Pubblichiamo di seguito un estratto della lettera che Pro-Test Italia ha inviato al Rettore dell'Università di Modena, a seguito dell'episodio: "Macachi prigionieri a Modena: ispezione a sorpresa, da diverse settimane i primati sono al centro di mobilitazioni animaliste." Magnifico Rettore,
Le scrivo a nome di Pro-Test Italia, associazione no-profit che si occupa di fornire una corretta informazione scientifica sulla ricerca biomedica e che difende i ricercatori dagli attacchi che vengono portati, spesso senza basi né fattuali né scientifiche, dalle associazioni animaliste. Con la presente vogliamo presentarLe il nostro sostegno alla Vostra Università , e in particolare ai ricercatori che si occupano della ricerca sui primati e della gestione dello stabulario che ospita la colonia. Siamo consci che la situazione che vi trovate ad affrontare sia sicuramente poco confortevole, ma è importante capire che quello che stanno facendo le associazioni animaliste è una forma di coercizione alla quale NON bisogna cedere.
Le associazioni hanno descritto le ricerche condotte nella Vostra Università (con le dovute autorizzazioni ministeriali e nel perfetto rispetto di tutte le normative vigenti) con espressioni diffamanti come "tortura" e "crimine", hanno eseguito delle riprese audio/video senza autorizzazione violando tutte le normative sulla privacy e, quel che è peggio, ciò è stato fatto con la connivenza di un parlamentare, che ha introdotto nello stabulario, facendolo passare come un proprio collaboratore, anche il noto attivista animalista Piercarlo Paderno, famoso per le sue dichiarazioni sul Prof. Silvio Garattini, definito ingiuriosamente un "ultras della vivisezione". Le riprese poi sono state manipolate tagliando parti di frasi e inserendo foto di repertorio con il solo scopo di comunicare una visione orrorifica della ricerca che viene svolta nella vostra Università .
E' importante non cedere perché non si può trattare con chi diffama e ingiuria: sono persone inaffidabili, che manipolano ad arte qualsiasi informazione disponibile e che, se non ne hanno, le inventano, come hanno fatto con le foto aggiunte al video su di voi e con il montaggio audio, estrapolando e montando assieme parti di frasi per far passare il falso messaggio che le sperimentazioni effettuate siano dolorose. La strategia delle associazioni animaliste è sempre la stessa: stressare od attaccare una struttura al fine di ottenere la cessione di alcuni animali. Una volta ottenuti, ne richiedono altri, aumentando il livello di stress sulla struttura. La stessa cosa è stata tentata all'Università di Milano lo scorso anno, attaccando lo stabulario del Dipartimento di Farmacologia ed ottenendo, per motivi di ordine pubblico, di poter uscire con alcuni animali (che poi sono finiti stabulati in maniera fatiscente in un bagno, come riportato da un articolo di Nature): una volta ottenuti gli animali il passo successivo è stato chiedere tutti gli altri. Se, invece, si mantiene una posizione forte e si rifiuta categoricamente di cedere le associazioni animaliste dopo un po' si arrendono e passano ad altro. Questo è quello che è successo a Milano all'Istituto Mario Negri, dove l'azione di Pro-Test, congiunta a quella dell'Istituto stesso, ha fatto dirottare un corteo organizzato dallo stesso Paderno che poi ha "abbandonato la preda" per passare ad altro bersaglio, giudicato evidentemente più facile: nel caso specifico lo stabulario di Modena.
C'è un enorme giro di denaro dietro alle associazioni animaliste, fatto di "donazioni" effettuate per le varie azioni di "liberazione", per mantenere il quale c'è bisogno di un bersaglio e, sopratutto, di una "vittoria" (se ottieni un risultato i soldi arrivano più facilmente perché gli attivisti sono convinti che con il loro denaro potranno ottenere altri risultati): ingenti quantitativi di denaro che spesso non servono nemmeno al benessere degli animali stessi (nel bilancio della LAV del 2011, circa il 90% delle spese -oltre 2 milioni di euro- viene speso per la gestione della sede nazionale e per campagne pubblicitarie ed informative e nessuna delle voci di bilancio è espressamente rivolta agli animali o alla ricerca di metodi alternativi). Inoltre le Onlus animaliste sono destinatarie delle somme recuperate con le sanzioni pecuniarie previste dall’applicazione degli articoli 3, 7 e 8 della Legge 20 luglio 2004, n. 189 e possono costituirsi come parte civile danneggiata nei processi che riguardano il maltrattamento o sofferenza degli animali (diretto o indiretto, per esempio gli incendi dei boschi o altre calamità naturali): l'obiettivo non dichiarato è quello di estendere il concetto di maltrattamento: (...) E' quindi fondamentale non trattare e non cedere, per non alimentare ulteriormente questo circolo vizioso di attività che mirano a distruggere la ricerca italiana. La scelta di ridurre il numero di animali, se necessario, deve essere fatta in maniera autonoma dall'Università , ma sopratutto deve essere fatta in altro momento e non sotto la pressione delle associazioni animaliste, in maniera da non concedere loro un'ulteriore vittoria da sbandierare e per non aumentare le pressioni sull'Università (finiti i macachi passeranno agli altri animali presenti nello stabulario, perchè avranno avuto la conferma del fatto che sbraiaitando e facendo pressione si ottengono risultati). Trattando con gli animalisti, esattamente come trattando con i terroristi e con i ricattatori, l'unico risultato che si ottiene è di dimostrare che si è sensibili alle minacce e che si è disponibili a trattare ed a cedere.
La nostra associazione è disponibile a fornirVi tutta la consulenza e l'assistenza che fosse necessaria per fronteggiare questa situazione.
Distinti saluti
Dott. Dario Padovan Presidente, Pro-Test Italia
Pro-Test Italia ha organizzato una grande manifestazione nazionale!
19 settembre 2013 --A Roma la manifestazione “Non c’è Futuro senza Ricerca” contro gli emendamenti in materia di Sperimentazione (e Benessere) Animale. Link all'evento facebook; Link al manifesto, da stampare ed appendere in laboratorio.
-> La manifestazione è stata organizzata con l’intento di:
Chiedere al Governo di fare un passo indietro sulla contro-riforma (vedi alla pagina dedicata, in fondo) alla direttiva EU 2010/63, abbracciando la direttiva europea nella sua formulazione originaria;
Sensibilizzare la cittadinanza sulla necessità della ricerca scientifica, giudicando la ricerca e la sperimentazione animale dai fatti e dai risultati e non dai pregiudizi, in un mutuo dialogo fondato sulla trasparenza e sul rispetto;
Sollecitare i media ad una corretta informazione sull’articolo 13 della contro-riforma e sulla sperimentazione animale in generale.
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