Firenze

Nozze gay a Grosseto, annullata la trascrizione in Comune su ordine della Corte d'Appello

I giudici di Firenze hanno accolto il ricorso del procuratore contro la decisione del Tribunale che aveva dato l'ok alla registrazione del matrimonio celebrato a New York nel 2012. Il sindaco Bonifazi: "Ho dovuto cancellarle su ordine dei magistrati e non del ministro Alfano". La coppia: "Non abbiamo voglia di ricominciare da capo"

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Contr'ordine a Grosseto. Annullate le nozze tra l'architetto Giuseppe Chigiotti e il giornalista Stefano Bucci. Il matrimonio, celebrato a New York il 6 dicembre 2012, era stato trascritto nei registri del Comune toscano  lo scorso aprile dopo l'ok ricevuto dal tribunale. Un via libera, però, ora invalidato dalla sentenza della Corte d'Appello di Firenze che ha ribaltato la decisione dei giudici di primo grado per un "vizio di forma". 

Una storia di ricorsi e controricorsi quella del riconoscimento in Italia del matrimonio tra Chigiotti e Bucci: prima il rifiuto dell'ufficio civile del Comune, e quindi il primo ricorso al tribunale. Poi la buona notizia, con la sentenza di primo grado e la registrazione arrivata l'11 aprile 2014. Per il rilascio dei certificati di matrimonio era sta necessaria anche una modifica al software con il cambiamento delle parole "marito e moglie" in "coniuge in coniuge". Negli stessi giorni, però, per i due anche una doccia fredda con l'annuncio del ricorso in appello del procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio.  "Certe questioni devono risolverle i politici - aveva detto Verusio spiegando l'impugnazione -  per la Cassazione non si può iscrivere un'unione tra persone dello stesso sesso"

E  ora la nuova doccia fredda, anzi gelata. Arrivata proprio nei giorni in cui ha fatto discutere la circolare del ministro Angelino Alfano che aveva invitato i prefetti a richiedere l'annullamento delle trascrizioni e a cui è seguita la rivolta di gran parte dei sindaci toscani.

A decidere però, a Grosseto, non è stata la circolare ministeriale ma la magistratura che ha accolto il ricorso  del procuratore capo annullando, in sostanza, la trascrizione. "La sentenza della Corte d'appello è datata 19 settembre - spiega il sindaco di Grosseto Emilio Bonifazi - ed è stata trasmessa in Comune l'8 ottobre. Ma è solo una coincidenza. Così come con il primo grado avevamo fatto la trascrizione ora, con l'appello, l'abbiamo annullata".
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"Questo di Grosseto è un caso particolare - spiega Bonifazi - ora che i giudici di secondo grado ribaltato la decisione, il segretario comunale ha provveduto alla cancellazione "sulla base della sentenza della Corte d'Appello e non sulla base della circolare Alfano", chiarisce Bonifazi. "Ho dovuto farlo - spiega il sindaco - agiamo perché c'è un contenzioso giudiziario". "Al di là dei miei convincimenti - spiega Bonifazi - e cioè che i diritti vanno dati e non negati,  ribadisco che l'unica soluzione sia che il Parlamento lavori ad una legge capace di fare chiarezza e che colmi il vuoto normativo".

"A questo punto dobbiamo riflettere, parleremo col nostro avvovato - dicono Giuseppe Chigiotti e Stefano Bucci -  Non so se avremo voglia di ricominciare da capo e ripresentare il ricorso oppure se sia meglio mollare tutto e andarcene noi dall'Italia, visto che il paese in cuiviviamo e paghiamo le tasse è omofobo e non riesce a garantrie i nostri diritti".  "Non sono così autolesionista - dice Bucci - in nome di che dovrei portare avanti questa lotta? Ho 68 anni e francamente mi sarei anche un po' scocciato".